Maltrattamento animali da allevamento:questione etica importante

La questione etica del maltrattamento degli animali negli allevamenti

Non dobbiamo smettere di porre l’attenzione sul problema etico del maltrattamento degli animali negli allevamenti intensivi. In un articolo apparso sul The Guardian lo storico e scrittore Yuval Noah Harari, autore tra l’altro del bestseller “Da animali a dei – Breve storia dell’umanità”, ha definito “Gli allevamenti industriali uno dei peggiori crimini della storia”

La questione etica del maltrattamento degli animali negli allevamenti intensivi è molto importante e ce ne dobbiamo occupare, non fare finta che non ci riguarda.

Vale la pena infliggere tutto questo dolore al mondo che ci circonda solo per poter mangiare carne “in abbondanza”? Si, perché questo lo sappiamo, per produrre hamburger e prosciuttini non soffrono solo gli animali ma l’intero pianeta Terra.

Dieci miliardi di esseri definiti senzienti, cioè in grado di provare sensazioni ed emozioni complesse, sono diventati delle vere e proprie macchine in una catena di montaggio.

L’allevamento tradizionale

Agli albori della civiltà umana alcuni animali e gli esseri umani stessi hanno fatto “un patto di scambio”. Gli esseri umani fornivano agli animali cibo e acqua, protezione dai predatori e dagli eventi atmosferici, assicuravano la possibilità di riprodursi e cure per quanto possibile per una vita più lunga. Naturalmente prima o poi sarebbero finiti al macello. In cambio gli animali fornivano all’uomo latte, uova, forza muscolare, intrattenimento e infine la carne e la pelle.

Gli allevamenti intensivi

La differenza con gli allevamenti intensivi attuali non è il modo in cui muoiono gli animali, ma il modo in cui vivono. Il patto viene meno. L’uomo non si prende cura degli animali, però da loro si prende il latte, le uova e la carne. Quindi diventa solo maltrattamento degli animali.

Il bello è che, se parliamo con gli allevatori e con i veterinari che li seguono, loro non pensano certo di non prendersi cura dei propri animali. Pensano di assicurarne la sopravvivenza, danno loro cibo e medicine, e provvedono alla loro riproduzione. Ma in modo del tutto innaturale. E se un giorno forse gli uomini potrebbero diventare robotici, di certo gli animali hanno bisogno di vivere in modo naturale.

Atrocità per una produzione sempre più intensiva

Gli allevatori li chiudono in gabbie piccolissime, infliggono loro ogni tipo di sofferenza. Come riferisce il sito essere animali.org ecco alcune delle atrocità a cui sono sottoposti ( e non tralasciate di guardare le foto scioccanti):

Tutti i pulcini immessi negli allevamenti intensivi subiscono la mutilazione del becco. Questa dolorosa operazione viene effettuata per limitare i problemi derivati dallo stress dell’allevamento, ovvero  la tendenza degli animali a beccarsi e strapparsi le piume reciprocamente.

Anni di incroci e selezioni genetiche hanno permesso di adattare le caratteristiche fisiche degli animali alle nostre esigenze, a discapito del loro benessere e della loro stessa sopravvivenza.

Per esempio le mucche, che produrrebbero meno di 10 litri di latte al giorno per il proprio cucciolo, sono state portate a produrne fino a 40 litri. Questo le porta ad avere mammelle costantemente pesanti, tese e molto spesso soggette a mastite, una dolorosa infiammazione.

Le galline in allevamento intensivo sono state selezionate per produrre quasi un uovo al giorno, il triplo di quello che avverrebbe in un contesto libero.

I piccoli vengono separati dalle loro madri. Con l’aiuto di vaccinazioni, medicine, ormoni, pesticidi, aria condizionata e alimentatori automatici, decine di migliaia di pulcini crescono in spazi piccolissimi, e producono uova con grande efficienza.

Modifiche genetiche

Ma non è solo questo che spaventa. Il maltrattamento degli animali va oltre.

Per soddisfare la domanda di carne di pollo, contenuta soprattutto nel petto degli animali, siamo arrivati a far crescere questi volatili sempre più rapidamente per poterli macellare il prima possibile. Attualmente il pollo da allevamento intensivo raggiunge il peso di abbattimento in circa 6 settimane, impiegando un terzo del tempo necessario rispetto a qualche decennio fa.

Inoltre, sempre nell’ottica di far fronte all’enorme richiesta, i polli devono necessariamente essere più grossi: 50 anni fa un esemplare adulto pesava meno di 1 kg, oggi ne pesa più di 4.

Questi ritmi di crescita innaturali, per avere i petti di pollo come i consumatori richiedono, comportano seri problemi di salute ai giovani polli. I muscoli crescono più velocemente rispetto a zampe, cuore e polmoni, rendendo loro difficile camminare e respirare. In molti rimangono paralizzati e muoiono di fame e sete, impossibilitati a raggiungere acqua e cibo.

Crudeltà

Crudeltà allo stato puro è il modo in cui si allevano le oche per ottenere il patè di fegato d’oca, il Foie Gras.

Anatre e oche sono stipate in gabbie minuscole che impediscono loro di compiere il minimo movimento. Attraverso la pratica del gavage – l’alimentazione forzata attraverso un tubo inserito in gola fino all’esofago – vengono ingozzate di cibo grasso più volte a giorno.

Tutto ciò viene portato avanti fino a sviluppare la lipidosi epatica, che fa raggiungere al fegato degli animali dimensioni abnormi, fino al 10 volte il normale. Per fortuna in Italia la produzione è vietata, però purtroppo si può vendere.

Pensavamo che la scienza fosse messa al servizio del bene e invece è al servizio dell’economia degli industriali più potenti. Ci ritroviamo ancora una volta davanti a veri lager, e campi di sterminio.

I maiali allevati negli allevamenti intensivi sono geneticamente modificati per ottenere una muscolatura più grande, creando un corpo sproporzionato che non consente loro di muoversi bene. Devono raggiungere il maggior peso nel minor tempo possibile, e per questo vengono nutriti con farina di soia, altamente proteica.

Alla nascita i maiali maschi sono castrati senza anestesia, per non pregiudicare il sapore della carne.

A tutti gli animali viene tagliata la coda per ovviare alle devianze comportamentali dovute all’allevamento intensivo, che li porta a mordersi a vicenda.

Le corna sono disincarnate a 5-6 settimane di età in modo da non ferirsi a causa dello stress.

Alla fine il trasporto al macello comporta di solito molte ore di viaggio in condizioni che generano grandi sofferenze, stress e paura.

La sessazione

Nella gran parte degli allevamenti di galline ovaiole si uccidono alla nascita tutti i pulcini nati maschi. Si chiama sessazione. I pulcini vengono tritati ancora vivi! Cinque miliardi ogni anno a livello globale.

Un’altra tecnica è la scossa elettrica in immersione d’acqua.

I pulcini maschi potrebbero venire mantenuti in vita per diventare galletti, ma vengono abbattuti poiché la loro resa è inferiore rispetto ai polli da carne, appositamente selezionati per la produzione di carni avicole.

L’unica proposta legislativa di vietare l’abbattimento dei pulcini maschi è stata discussa e rigettata dal Parlamento tedesco nel 2016.

Il 28.1.20 il ministro francese dell’agricoltura Didier Guillaume ha annunciato che la Francia introdurrà il divieto della sessazione su scala nazionale, ad applicarsi entro la fine del 2021.

La ministra tedesca per l’agricoltura Julia Klöckner ha a sua volta descritto tale pratica – che in Germania comporta l’uccisione ogni anno di circa 45 milioni di pulcini – come ‘eticamente inaccettabile’, invocandone il divieto.

Finalmente se ne sono accorti, grazie al cielo.

Questione di etica non di economia

Incredibile, che ai più non gliene importi niente. Mi chiedo come sia possibile e lecito sbarazzarsi di tanti esseri viventi per motivi di convenienza, e poi fare un casino per l’aborto degli esseri umani. Dove sta l’etica? La legge non è uguale per tutti.

La società umana è altamente ipocrita. Perché facciamo le marce per un “nero” ucciso mentre permettiamo che i pulcini vengano tritati vivi? Alla base c’è l’idea che gli animali non contano niente. Contiamo solo noi su questo pianeta. Ma qual è la base teorica dell’idea che gli esseri umani contano di più?

La vita degli animali “non vale niente”. Eppure grazie a loro ci nutriamo e ci riforniamo di proteine e “viviamo”.

Tra l’altro di animali selvatici ne sono rimasti molto pochi. Gli animali da allevamento sono miliardi. Che profondo cinismo.

Davvero siamo disposti a tollerare tutto questo?

Spesso passo da un burger al centro: Vi vedo seduti ragazzi e ragazze con grandi panini ripieni di hamburger o nuggets di pollo. Io mi chiedo come possono delle ragazze belle e sensibili che piangono per un uccellino morto mangiare un hamburger in allegria sapendo che la mucca ha vissuto una pseudo-vita infernale prima di morire? Forse non lo sanno, e se lo vedono su internet non ci possono credere, perché non ci vogliono credere.

Avviene pure questo nell’essere umano. Quando non ti conviene credere a qualcosa dici che non è vero.

PERCHÉ sono diventato vegetariano

A volte mi chiedono perché sono vegetariano. Quando provo a raccontare ai miei amici il maltrattamento a cui sono sottoposti gli animali, rimango scioccato dalle loro risposte.

“Ma il pollo è buono!”. Significa che il piacere fisico passa sopra ogni cosa. L’etica si ferma davanti al piacere fisico.

“Ma costa poco!” oppure ”ma era in offerta!” Il denaro è il valore più grande. La pubblicità può fare di loro quello che vuole.

“Tanto non c’è più niente di naturale. Neanche biologico ha senso.  L’aria e l’acqua sono inquinati. Ormai è finita così.” Catastrofisti. Però mi convincono un po’ di più, purtroppo.

“Ma ci dobbiamo nutrire!” Ma noi ci nutriamo, o mangiamo per soddisfare altri bisogni? Tipo solitudine, ostentazione di ricchezza, paura della fame, necessità di socializzare, noia, inquietudine e via dicendo?

“Ma se non mangio carne che cosa mangio?”. Assoluta mancanza di fantasia e voglia di provare qualcosa di nuovo.

“Non lo voglio sapere. Mi fa soffrire troppo!” Ma allora nascondiamo la testa nella sabbia di fronte alle cose che ci fanno arrabbiare?

Un giorno mi sono permesso di parlare ad una mia amica che aveva comprato un pollo allo spiedo della pratica della triturazione dei pulcini. Mi ha detto: “Perché mi parli di queste cose? Sei cattivo!” Ma come, io sono cattivo?

Peggio di tutti:” Tanto gli animali sono stati creati per essere al servizio del genere umano”.  Questo giustifica il modificarli geneticamente, fare incroci,  creare razze nuove come abbiamo già fatto con le piante? Signori, non siamo dei. Siamo solo animali anche noi. Questo senso di superiorità a mio avviso è patologico.

Noi siamo animalissimi, tanto che cerchiamo di non fare più guerre, ma il nostro istinto violento lo scateniamo sugli animali, che pure sono nostri fratelli. Essendo questi ultimi esseri senzienti in grado di provare dolore, non diversi dagli uomini, possiamo dire di aver ricreato veri e propri lager, approvati dalla legge.

Dobbiamo fare qualcosa per evitare il maltrattamento degli animali negli allevamenti

Diffidare di prezzi troppo bassi, perché spesso sono indice di una pessima qualità dell’alimentazione somministrata agli animali, di sfruttamento, di costi nascosti che ricadono sull’ambiente o ancora delle pessime condizioni lavorative applicate negli allevamenti e nei macelli industriali. Comprare biologico, quando possibile.

Noi consumatori potremmo fare la differenza. Non dico diventare tutti vegetariani come me, ma stare attenti a non comprare carni e uova di livello troppo basso. Se le industrie non vendono più uova allevate in gabbia sono costrette a cambiare la loro produzione, se vogliono sopravvivere. Noi consumatori possiamo fare tanto, basta un po’ di consapevolezza, attenzione e due minuti di tempo per leggere le etichette!

Quanto ai soldi non vi preoccupate. Spendendo qualcosa in più si recupera in salute, garantito.

Foto da Essere animali