Economia di comunione

Può esistere una economia diversa, di comunione e di mutuo soccorso? Sembra che nel corso dei secoli abbiamo dimenticato l’economia vera per dedicarci solo alla crematistica.

Eppure ci sono state nei secoli figure di rilievo che hanno messo in pratica l’economia civile, persone di cui si parla forse troppo poco.

Accanto al beato Giuseppe Toniolo c’è un altro suo contemporaneo rimasto nell’ombra, Giuseppe Tovini (1841-1897), beatificato da papa Giovanni Paolo II il 20 settembre 1998.

La sua Mission e la sua Vision hanno avuto una sola direzione nella vita: il Benessere Comune.

Tovini è stato un uomo talmente devoto a Cristo che è stato libero di affrontare qualunque situazione, di vivere una vita unica. Fu avvocato, padre di dieci figli, marito eccellente. Fu creatore di opere nei più diversi settori: scuole, riviste per insegnanti, giornali, banche. C’è da rimanere stupiti di come, in poco meno di vent’anni, sia riuscito a fare tante opere.

Quella era l’Italia della crisi agraria, degli squilibri creati dalla prima industrializzazione, che conosce il dramma dell’emigrazione. Per rispondere a tutto questo, a partire da un’esperienza di fede vissuta, Tovini vede la soluzione nelle attività economico sociali, il Mutuo soccorso, la beneficenza, il Credito popolare, la Banca, la Cooperazione, le colonie agricole, l’associazionismo operaio, gli albori di un sindacato.

Il campo pedagogico e scolastico è quello nel quale Tovini ha speso le sue migliori energie. Ma fu anche il fondatore della Banca di Valle Camonica, della Banca San Paolo di Brescia, e del Banco Ambrosiano, nel 1896.

In quest’ultima iniziativa, quasi al termine della sua vita, Tovini impegnò tutte le sue forze per difendere la scelta che la banca avesse anzitutto finalità a sostegno delle opere del movimento cattolico,  della scuola in particolare, dei lavoratori e del messaggio cristiano, quindi con un’alta finalità etica.

Economia di comunione

Nel secolo scorso, un esempio del modello di economia civile può essere rappresentato dall’Economia di Comunione (EdiC).

A dare inizio a questo modello di economia è Chiara Lubich (1920-2008). Nel 1943 Chiara fondò a Trento il Movimento dei Focolari. E’ un movimento che abbraccia seguaci di diverse religioni e laici con l’obiettivo di contribuire alla costruzione di un mondo più unito in attuazione del passo del Vangelo di Giovanni Che tutti siano uno (17,21).

Nel maggio 1991 Chiara Lubich giunge a San Paolo in Brasile. La miseria delle favelas che circondano la metropoli sudamericane le suggerisce il progetto per un’ Economia di Comunione (EdC). Il progetto avrà ben presto attuazione da parte di imprenditori dei vari continenti e susciterà notevole interesse da parte del mondo accademico internazionale.

Umanizzare l’economia

Con questo progetto di economia di comunione Chiara Lubich si poneva l’obiettivo di umanizzare l’economia principalmente attraverso la creazione di imprese guidate da persone competenti, per ricavarne degli utili da mettere in comune e da distribuire in favore dei progetti dell’EdC. Questi progetti erano e sono: la riduzione della miseria/esclusione, la diffusione della cultura del dare e della comunione, lo sviluppo dell’azienda e la creazione di posti di lavoro.

In concreto l’economia di comunione EdC invita a diffondere la cultura del dare, proprio in antitesi con la “cultura dell’avere”. Non si pone come assistenzialismo ma promuove invece la cultura del dono.

C’è dare e dare!

Ma attenzione! C’è un “dare” che è contaminato dalla voglia di potere sull’altro, che cerca il dominio e addirittura l’oppressione di individui e anche di popoli.

C’è un “dare” che cerca soddisfazione e compiacimento di se stessi nell’atto stesso di dare. In fondo è espressione egoistica di sé e in genere viene percepito, da chi riceve, come un’umiliazione.

C’è anche un “dare” interessato, utilitaristico, presente in certe tendenze attuali del neo-liberismo che, in fondo, cerca sempre il proprio tornaconto.

E infine c’è un “dare” che i cristiani chiamano “evangelico”.

Questo “dare” si apre all’altro nel rispetto della sua dignità. Suscita anche a livello di gestione delle aziende l’esperienza del “date e vi sarà dato” evangelico.

Economy of Francesco

Non possiamo non parlare dell’impegno di Papa Francesco per lo sviluppo di un nuovo modello economico.

L’evento-incontro “Economy of Francesco” con i giovani economisti, voluto da Papa Francesco in programma nel novembre scorso, ha inteso creare un movimento di giovani economisti. Alla ricerca di un nuovo modo di intendere l’economia secondo lo spirito di San Francesco e dell’Enciclica Laudato sì.

Un’economia che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda. Un’economia civile.

L’economista e ambientalista Jeffrey Sachs ha aperto l’evento con una relazione intitolata “Perfezionare la gioia: tre proposte per far fiorire la vita”.

Sachs è direttore dell’ Earth Institute della Columbia University, dove insegna Sviluppo sostenibile. E’ autore del rapporto mondiale sulla Felicità (World Happiness Report). Da questo rapporto è emerso che le società più felici, quelle del Nord Europa, hanno la più bassa disuguaglianza sociale. Hanno un’economia mista con accesso universale alla salute, all’istruzione, alle infrastrutture pubbliche, al sostegno della famiglia, alle ferie e ad altre prestazioni lavorative.

Sachs è stato anche protagonista di Lezioni dedicate alla memoria dell’economista Federico Caffè, fervente sostenitore dell’etica come inseparabile dalla tecnica e dall’economia.

Da vari interventi è emersa la necessità di cambiare il paradigma economico. Passare da un’esasperata economia di mercato a un modello di economia civile e sociale, una sorta di capitalismo sostenibile. Riequilibrare il sistema con la cooperazione, bilanciandolo con alti valori etici.

Insieme ai giovani papa Francesco ha rilanciato una sfida grande e impegnativa: “restituire un’anima all’economia”.

Questo è lo statement finale dell’incontro virtuale di  novembre, in attesa del successivo incontro che si terrà in presenza nell’autunno del 2021.

statement Economy of Francesco

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