Bene comune: da Mazzini ad Assagioli

Il “Bene comune” non è certo un’idea nuova. Abbiamo visto che il primo a parlarne ampiamente fu Aristotele. Ne parlava anche Giuseppe Mazzini (1805-1872), le cui idee e la cui azione politica contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano.

 La concezione della storia per Mazzini e il bene comune

La concezione della storia di Mazzini dissentiva da quella degli illuministi, basata sulla capacità degli uomini di costruire e guidare la storia con la ragione. La Rivoluzione francese e il periodo napoleonico avevano dimostrato che gli uomini si propongono di perseguire alti e nobili ideali che poi s’infrangono dinanzi alla meschinità dell’uomo.

Il secolo dei lumi era infatti tramontato nelle stragi del Terrore e il sogno di libertà nella tirannide napoleonica. Quest’ultima, mirando alla realizzazione di una Europa al di sopra delle singole nazioni, aveva invece risvegliato nei singoli popoli il loro sentimento di nazionalità.

La storia persegue i fini di Dio

Secondo la visione di Mazzini la storia non è guidata dalla ragione degli uomini ma è Dio che persegue un suo piano. Esiste dunque una Provvidenza divina che s’incarica di perseguire fini al di là di quelli che gli uomini si propongono di conseguire con la loro meschina ragione.

Da precisare che l’azione divina non è punitiva per i peccati del genere umano. Il piano evolutivo di Dio presuppone comunque una volontà diretta al bene degli uomini.

Questa visione provvidenziale la conosciamo tutti: è presente nei “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni.

Il pensiero politico di Mazzini

Il pensiero politico di Mazzini si colloca a sé nel panorama politico e culturale del suo tempo: è profondamente cristiano, ma di un cristianesimo vero. Critica il socialismo e il marxismo, ma anche il liberalismo, il Papa e la Chiesa e la politica del suo tempo, in primis l’Impero Asburgico.

Tra i numerosi scritti di Mazzini, i “Doveri dell’uomo” sono il testo che forse meglio si presta ad inquadrare il suo pensiero. Non si parla di doveri del cittadino, ma dell’Uomo.

Così scrive Mazzini:

Figli tutti di Dio e fratelli in Lui e tra noi, noi siamo chiamati a formare una sola grande famiglia. In questa famiglia possono esistere disuguaglianze generate dalle diverse attitudini, dalle diverse capacità, dal diverso desiderio di lavoro ; ma un principio deve signoreggiarla: chiunque è disposto a dare, per il bene di tutti, ciò ch’egli può di lavoro, deve ottenerne compenso tale che lo renda capace di sviluppare, più o meno, la propria vita sotto tutti gli aspetti che la definiscono”.

La storia come evoluzione verso un progresso sociale

E’ questo l’ “ideale” al quale dobbiamo tutti studiar modo d’avvicinarci più sempre di secolo in secolo. Ogni mutamento, ogni rivoluzione che non vi s’accosti di un passo, che non faccia corrispondere al progresso “politico” un progresso sociale, che non promuova di un grado il miglioramento materiale delle classi più povere, viola il disegno di Dio, si riduce a una guerra di fazioni contro fazioni in cerca di una dominazione illegittima, è una menzogna ed un male. “

“Sotto il regime esclusivo di libertà ch’essi predicano e che ha più o meno regolato il mondo economico nei tempi a noi più vicini, i documenti più innegabili ci mostrano aumento d’attività produttrice e di capitali, non di prosperità universalmente diffusa: la miseria delle classi operaie è la stessa di prima. La libertà di concorrere per chi nulla possiede, per chi, non potendo risparmiare sulla giornata, non ha di che iniziare la concorrenza, è menzogna, com’è menzogna la libertà politica per chi mancando di educazione, d’istruzione, di mezzi e di tempo, non può esercitarne i diritti.”

Mi sembra ancora estremamente attuale.

I doveri dell’uomo per Mazzini

Ed ancora, parlando ora dei doveri:

“Non basta limitarsi a non operare contro la Legge; bisogna operare a seconda della Legge. Non basta il non nuocere: bisogna giovare ai vostri fratelli. Pur troppo finora la morale s’è presentata ai più fra gli uomini in una forma più negativa che affermativa. Gl’interpreti della Legge hanno detto: non ruberai, non ammazzerai; pochi, o nessuno, hanno insegnato gli obblighi che spettano all’uomo, e il come egli debba giovare ai suoi simili e al disegno di Dio nella creazione.

Uomini e nazioni hanno una missione

Operare nel mondo significa per Mazzini collaborare all’azione svolta da Dio, “riconoscere ed accettare la missione che uomini e popoli ricevono da Dio“. Per questo bisogna “mettere al centro della propria vita il dovere senza speranza di premio senza calcoli di utilità.

La storia dell’umanità dunque sarebbe una progressiva rivelazione della Provvidenza divina che di tappa in tappa si dirige verso la meta predisposta da Dio.

Ogni singolo individuo, come la collettività, tutti hanno il dovere di attuare la missione che Dio ha loro affidato.

Mazzini profondamente religioso

In ogni caso, per Mazzini è fondamentale la necessità che una comunità si costituisca e si riconosca come tale sulla base di valori condivisi comunque riferiti, religiosamente, all’amore verso gli altri.

A prima vista ci può sembrare un pensiero non attuale e non attuabile.

Ma di certo affinché nell’umanità e nel pianeta ci sia un progresso o evoluzione che porti verso il Bene, questo deve essere per tutti e deve essere comune. Si può attribuire al piano di Dio o ad altre forze superiori ma non cambia il valore della spinta evoluzionistica dell’Umanità. E infine presuppone l’Amore.

Roberto Assagioli e il bene comune

Anche lo psicologo Roberto Assagioli parla di bene comune  nel suo libro “L’atto di volontà“.

L’uomo non è un’entità a sé stante

Scrive Assagioli: “… in realtà l’uomo isolato non esiste: è in costante interazione con la famiglia, i colleghi di lavoro e la società in genere. Ha molti rapporti e di vario genere. Per quanto forte e capace possa essere, un individuo che manchi di prendere in considerazione questi rapporti provoca inevitabilmente reazioni e conflitti che fanno fallire i suoi obiettivi. Questo sembra ovvio, eppure la vita moderna ci offre lo spettacolo di uno scontro generale di volontà da parte di coloro che si contendono il potere in tutti i campi.”

Per poter crescere e contribuire al bene comune è importante anche che si faccia su sé stessi un lavoro di riconoscimento e ridimensionamento del nostro ego. “L’ego è la parte di noi che si nutre del bene proprio disgiunto dal bene degli altri, dell’attenzione per sé disgiunta dall’attenzione per gli altri, della cura di sé disgiunta dalla cura degli altri. Tanto maggiormente sviluppato è il nostro ego, tanto minore è l’attenzione per tutto ciò che non riguarda noi stessi e tanto minore è il nostro interesse per gli altri e per il loro bene.”

Fare i conti con l’egocentrismo

“La persona egocentrica tende a mettersi al centro della sua rappresentazione del mondo, con gli altri che gli ruotano intorno piuttosto che vedersi parte di un insieme, che si muove in una complessa rete di relazioni e interdipendenze.

L’egocentrismo è in qualche misura un atteggiamento costitutivo di tutti gli esseri umani (soprattutto in alcune fasi della vita come la prima infanzia) e tutti coloro che sono impegnati in un percorso di crescita e autorealizzazione si trovano quindi a farci i conti.”

L’egocentrismo è particolarmente spiccato in quanti di noi hanno una parte della personalità sofferente in quanto strutturata intorno ad un nucleo di paura e di disagio (sub-personalità nevrotica).

Le nostre parti sofferenti sono di per sé egoiche, ci portano cioè a concentrare su di esse tutte le nostre attenzioni e cure, tendendo spesso a farci trascurare le altre parti di noi e a fare scivolare gli altri, nella loro autentica presenza, sullo sfondo.”

Lavorare sul proprio ego è necessario

Scrive in proposito Roberto Assagioli: “[l’ego] è inevitabile che si scontri con ostacoli che ne bloccano la gratificazione, provocando aggressività e violenza, e la volontà di distruggere qualunque cosa interferisca con il raggiungimento del fine desiderato. Chiunque aspiri ad un maggior grado di benessere individuale e collettivo, e sia impegnato in un percorso finalizzato a concretizzare tale scopo, non può prescindere dal lavorare sul proprio ego, riducendone l’influenza nella propria vita e coltivando un punto di vista e un atteggiamento improntati ad un amore e ad una attenzione nelle quali io e tu, io e altro siano tenuti parimenti presenti.

E’ importante sottolineare che, perché una persona possa sviluppare uno stato di più profonda comprensione degli altri e un orientamento a perseguire il bene comune, non è sufficiente volere bene, amare gli altri ma è altrettanto necessario rinunciare all’egocentrismo.

Mazzini, doveri dell’uomo

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Foto di Henryk Niestrój da Pixabay